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Cina, come funzionerà il “bazooka”?

Data pubblicazione: 22 ottobre 2024

Autore:

Wealthype.ai per Fineco Bank
Rappresentazione visiva dell'articolo: Cina, come funzionerà il “bazooka”?
  • A fine settembre è arrivato l’annuncio di un nuovo “bazooka” a supporto del rilancio economico.
  • Il 12 ottobre il ministero delle Finanze ha tenuto un briefing, ma non si è sbottonato granché.
  • Ora si attende l’Assemblea Nazionale del Popolo di fine ottobre. E intanto? Meglio diversificare.


Listini cinesi: dopo il boom, le prese di beneficio

Shanghai Shenzhen CSI 300 dal primo gennaio al 14 ottobre 2024

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Fonte: elaborazione Wealthype su dati Investing.com


Lunedì 14 ottobre, l’indice cinese CSI 300 (che segue l’andamento dei 300 titoli principali negoziati presso le Borse di Shanghai e Shenzhen) ha chiuso con valori in rialzo rispetto a quelli del venerdì precedente (+2,07%). E ciò è accaduto malgrado l’appuntamento di sabato 12 ottobre, a parere di molti, non sia andato come sperato.


Sabato 12 si è tenuto l’attesissimo briefing del ministero delle Finanze, il quale avrebbe dovuto mettere parecchio companatico sul pane degli annunci rilasciati nelle settimane precedenti, a proposito del maxi-piano di stimolo a supporto dell’economia del gigante asiatico. Com’è andata? Secondo buona parte dei commentatori e degli osservatori, il ministero avrebbe potuto sbottonarsi decisamente di più.


Il “bazooka” di Pechino: cos’ha detto (e cosa non ci ha ancora detto) il governo cinese


Un fatto pare certo: la Cina è disposta a indebitarsi e ad aumentare la spesa pubblica pur di sostenere i giovani, i nuclei a basso reddito, il mercato immobiliare e la ricapitalizzazione delle banche statali. Tuttavia, il ministro delle Finanze Lan Fo’an, affiancato dallo Stato maggiore del suo dicastero, non ha quantificato l’entità delle misure allo studio, precisando che “le politiche dettagliate saranno annunciate dopo il completamento delle procedure legali necessarie” e rassicurando circa il fatto che il governo centrale ha un “margine relativamente ampio” per aumentare il debito e il deficit di bilancio. Verosimilmente, per conoscere i dettagli bisognerà pazientare fino alla riunione di fine ottobre dell’Assemblea Nazionale del Popolo.


Prima del “bazooka” cinese: come ha fatto Pechino ad arrivare a questo punto?


La Cina è stata a lungo il motore della crescita globale e l’hub produttivo dell’economia mondiale. Da un po’, però, si stanno succedendo, uno via l’altro, segnali di rallentamento che oramai non sono più trascurabili. Un rallentamento causato da una serie di circostanze, che proviamo a riassumere qui di seguito.


  • A differenza di noi occidentali, i consumatori cinesi non hanno rivisto al rialzo la loro spesa in modo significativo dopo la riapertura post-Covid (che tra l’altro nel Paese è stata alquanto tormentata).
  • La domanda estera si è indebolita, soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi nei principali mercati di destinazione. Ciò ha avuto un impatto negativo sul manifatturiero.
  • Attraverso lo spettacolare boom immobiliare cinese, spinto dagli stimoli post-Lehman del si è costruito tanto, forse troppo, e la domanda al momento non riesce ad assorbire tutta l’offerta.


Finora, sembrerebbe che la cosiddetta “spesa fiscale” – quell’insieme di misure volte ad alleggerire il carico fiscale dei contribuenti, che rappresenta appunto una “spesa” perché il governo, invece di incassare, esborsa più o meno indirettamente – non stia dando i risultati attesi.


Il fiscal spending cinese ancora non dà supporto alla crescita

Quest’anno la spesa doveva aumentare del 3%, invece finora appare in calo


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Fonti: Ministero delle Finanze Cinese, Bloomberg


Per questo si è pensato a un secondo “bazooka”, dopo quello che ha fatto seguito al crack della Lehman


L’annuncio è arrivato a valle della riunione del Politburo del Partito Comunista Cinese di fine settembre (1). Sui mercati locali, a quel punto, ha preso il via il più importante rally azionario dal 2008: per spiegare lo slancio, gli esperti di Bloomberg si sono spinti a parlare di FOMO, la famigerata Fear of Missing Out, ossia la paura degli investitori di perdere il movimento del mercato, e dunque l’occasione (2). Ma il rally ha presto conosciuto una pausa, e le prese di beneficio alla fine hanno invertito la tendenza al rialzo.


Potremmo quasi dire che, così come facilmente si entusiasmano, altrettanto facilmente i mercati si spazientiscono: agli annunci iniziali non hanno fatto seguito i dettagli sul “bazooka” ed è iniziato a serpeggiare il dubbio che la nuova ondata di stimoli, per quanto poderosa, possa essere non ancora sufficiente. Insomma, c’è stata un po’ di volatilità.


Dal sostegno ai governi locali al supporto ai giovani: le intenzioni del governo


L’obiettivo del briefing del 12 ottobre 2024 era proprio quello di rassicurare i mercati finanziari e i partner internazionali a seguito dei segnali contrastanti arrivati nelle settimane precedenti. I dettagli, come detto, non ci sono ancora, ma intanto sappiamo che si prevede:


  • un rialzo del tetto dell’indebitamento del governo, volto ad alleggerire il peso del debito dei governi locali;
  • un incremento dei finanziamenti per i governi locali;
  • l’emissione di obbligazioni speciali aggiuntive del governo centrale (CGSB) per finanziare gli aumenti di capitale delle banche statali;
  • l’impiego delle obbligazioni speciali dei governi locali per stabilizzare il settore immobiliare;
  • un incremento dei trasferimenti di fondi agli studenti.


Pechino e dintorni: quali sono, ora, gli scenari della seconda economia mondiale?


L’obiettivo di crescita posto dal governo per quest’anno è del 5%, ma a settembre i prezzi al consumo sono aumentati meno del previsto: non a caso, in Cina già da tempo si parla di deflazione (la quale scatta quando l’economia rallenta a un punto tale che i prezzi ne risentono calando in linea generale).


Il presidente della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (l’agenzia che si occupa della pianificazione economica del Paese) Zheng Shanjie ha ribadito piena fiducia circa il raggiungimento degli obiettivi annuali “di sviluppo economico e sociale”, ammettendo comunque che la Cina sta affrontando un ambiente più complesso.


In questi giorni, avremo modo di riflettere anche sulle stime aggiornate del Fondo Monetario Internazionale. Nel frattempo, gli sviluppi recenti – sullo sfondo dei quali, va detto, si stagliano anche le tensioni geopolitiche intorno a Taiwan – offrono un po’ a tutti l’occasione per ricordare che la diversificazione rappresenta una strategia cruciale per mitigare i rischi negli investimenti. Vale a livello di asset class e settori ma, in un mondo in cui ogni area economica mantiene le sue specificità pur essendo inevitabilmente connessa a tutte le altre, vale anche sul piano geografico. Fuori e dentro il paniere dei Paesi cosiddetti “emergenti”.



(1) https://it.finecobank.com/fineconomy/article/settembre-si-chiude-con-il-bazooka-cinese/

(2) https://www.bloomberg.com/news/articles/2024-09-30/chinese-stocks-head-for-bull-market-as-property-rescue-deepens

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